mercoledì 1 dicembre 2010

Granita di neve e mosto cotto

Che bello, nevica! Questo avrei pensato, se non fossimo sotto il cielo  plumbeo di una città della pianura padana. Le plat pays. Tutto è grigio. Il biancore della neve ha ceduto all'invasione del colore dello smog che avvolge come una lorica la città.
Se qualcuno abitasse una landa del pianeta, ancora "naturale", potrei suggerire una granita di neve al vin cotto o al caffé, come si faceva a casa mia tanti, tanti, ma tanti anni fa. E la neve era quella che si posava sui coppi dei tetti, rimanendo compatta e immacolata.
Allora, facciamo che...
Raccogliere due mestolate di neve, metterla in una coppa e cospargerla con vin cotto, un pizzico di cannella e qualche chicco di  melagrana matura.
Per chi non sapesse cosa sia l'ambrosia del vin cotto e perché non si confonda col vin brûlé ecco come si ottiene: far bollire il succo dell'uva appena spremuto fino a ridurlo a consistenza di sciroppo. Se lo si vuole più dolce e vellutato, aggiungere qualche fico secco alla bollitura.
Il vino di fichi era considerato un surrogato del nobile enofratello, ma andava bene lo stesso.
La versione moderna della granita prevede  il caffé invece del vin cotto. Ma vi assicuro che non è la stessa cosa.
Nel vin cotto si annegano Cartellate e Calzoncini ripieni di cotognata. Ma per queste delizie bisogna aspettare il Natale.

1 commento:

  1. Uh mamma di che delizie ci parli!

    p.s. me la farai una pastiera un giorno?

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