domenica 8 maggio 2011

Eredità materna


Non mi hai lasciato
L’azzurro degli occhi
Né l’incedere elegante,
nel  tailleur di seta blu.
Nemmeno la tua fede
Che infilava collane
Di amen e così sia

Ricevo dalle tue mani
L’umile forza
Dello strizzare panni.
Dal tuo sorriso aperto
Perle preziose
D’amore dato e basta.

Dalla tua intelligenza
L’arrendersi fiero
al poco o al tanto
che la vita offre.
Dalle tue mani alle mie
Una pagina stampata,
Un foglio di giornale
Buono per il fuoco,
Dopo la lettura,
Sotto la pentola dei fagioli.

Dai tuoi capelli ai miei,
Diadema lucente
Di regale vecchiezza,
Il niveo argento.


1 commento:

  1. "Ricevo dalle tue mani
    L’umile forza
    Dello strizzare panni.
    Dal tuo sorriso aperto
    Perle preziose
    D’amore dato e basta.

    Dalla tua intelligenza
    L’arrendersi fiero
    al poco o al tanto
    che la vita offre"
    Questa poesia parla di mia madre! E mi sembra di vederla mentre leggo...
    Ecco cosa deve fare la scrittura: arrivare dritta nell'anima, facendoti idealmente chiedere all'autore "Come fai a saperlo?" :)

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