martedì 6 marzo 2012

Giallo contro l'invidia

“Lei, di che cosa si occupa?”
Stasera ho due ospiti. Una coppia stucchevole di fighetti. Lui, giovane avvocato rampante, lei, la sua compagna. Sembrano usciti freschi dalle pagine di Cosmopolitan o di Vogue. La patina lucida spennellata con dovizia sulle loro figure. Non so per quale accidente mio marito li abbia invitati. Sa che non amo certa gente e nemmeno lui, in verità. Glielo chiederò dopo, quando questa cena improvvisata sarà terminata.
Lui ha un rolex sfarzoso, lei è un culo freddo, alla Sigourney Weaver di ‘Una donna in carriera’
“Io cucino”
“Ah!”
In questa clausola dal ritmo sonoro discendente lo sprezzo di un giudizio sociale, culturale e poi umano. Giusto per mantenere nel ritmo la discesa dall’alto al basso, dall’ottimo al pessimo, dalla luce alle tenebre.
 “La signora cucina, cara”
 Il mio amabile interlocutore si rivolge alla sua accompagnatrice con un sorriso di malcelato compatimento. Sembra evidente che le stia dicendo “Fa’ la faccia seria, non ridere. Sorridi di circostanza. Una casalinga, che pretendi!”.
Seduti alla mia tavola, ospiti inattesi e tollerati per amore di pace coniugale.
 “Vi sono piaciute le zucchine gialle?”
La mia domanda li coglie di sorpresa. La sparo con sublime indifferenza, un q.b. di malizia. D’altra parte di cosa potrebbe parlare una casalinga se non di ortaggi? Gli occhi del trombone che ho di fronte si fanno stretti, porcini. Mi accorgo che si mette in guardia, teme che mi prenda gioco di lui. Intanto prendo i loro piatti che hanno doverosamente spazzolato. Hanno mugolato di piacere mentre ingoiavano estasiati piccoli bocconi, in punta di forchetta. Lui ha tentato una scarpetta, poi si è trattenuto. Culofreddo lo ha guardato con riprovazione. A me piace pensare, a giudicare da una smorfia del damerino, che lei gli abbia mollato un calcio sotto il tavolo.
“Eccole qui” e mostro, tornando dalla cucina, due splendenti  zucchine di colore giallo intenso, appoggiate su di un vassoio rosa fucsia.
“Sono queste che avete mangiato con la valeriana. Sì, l’insalatina!”
“Ma perché le fanno gialle?” Dice lui che tra i due è quello che sostiene , si fa per dire, la conversazione.
Sorrido io, questa volta, di sincero compatimento. La boria e l’ignoranza camminano a braccetto.
A fine cena, li ho accompagnati gentilmente alla porta per richiuderla definitivamente alle loro spalle. Non accetterò più che varchino la soglia della mia casa. Non hanno superato la prova. Non conoscono le zucchine gialle. Ma soprattutto pensano che le zucchine gialle siano state colorate, come le ortensie.
Eccole qui.
Come cucinarle? Come le loro sorelle verdi: in insalata, come ingrediente di risotti, di sformati, di farcie, come frittelle, o semplicemente saltate in padella con aglio (o cipolla), olio e prezzemolo.
Io, per valorizzare il loro sfavillante colore, le consumo crude, in aggiunta alle insalatine di primavera o da sole per ravvivare un piatto dai colori spenti. O per stupire un’ottuso commensale.
Insalata di zucchine gialle
Calcolate una zucchina e mezza  a persona, tagliatele a julienne lunghe circa sei/sette cm. Conditele in una ciotola di vetro con olio evo, limone, sale e pepe, ma solo pochi minuti prima di servirle, per evitare che macerino troppo. Scolatele dal liquido e servitele in vaschette monoporzione, cosparse di pinoli tostati leggermente, senza grassi aggiunti in un padellino antiaderente.
Alla prossima
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3 commenti:

  1. "Ma perché le fanno gialle"? ahahaha
    Marì, ma quest'aneddoto è inventato o esiste davvero uno che ti ha chiesto una cosa simile? :D
    Comunque sia, spassosissima lettura :)

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  2. La domanda nella fattispecie è vera! I due inventati.

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  3. Ah, che bellezza leggerti, Marì. La tua prosa è rigenerante. W le zucchine gialle!

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